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Settori produttivi e infrastrutture

Industria


Con l’obiettivo di armonizzare le politiche e le strategie dei settori pubblico e privato è stato creato nel ‘92 uno specifico Consiglio per lo Sviluppo del Commercio Industriale al fine di dare concreta attuazione alla necessaria diversificazione produttiva, obiettivo prioritario già dei due piani di Sviluppo precedenti come di quello attuale avviato nel 1996. L’attuale piano ha riservato a tale scopo oltre 500 milioni di Br$ e ha reso disponibili nuovi fondi per la costruzione di un parco tecnologico. La più ampia diversificazione della produzione e un rapido processo di distaccamento dal settore petrolifero rimangono gli obiettivi primari della politica economica per quanto attiene al comparto industriale. Pertanto nei prossimi anni verranno favoriti investimenti nei seguenti settori: mobili, piastrelle, ceramica, lavorazione del vetro e chimico. Dopo quelle petrolchimiche, le industrie di trasformazione alimentare, del tessile e dell’abbigliamento sono le più importanti. Nel 1994 le sei industrie di abbigliamento esistenti hanno raggiunto un volume di export pari a 26 miliardi di US$, destinato principalmente al mercato europeo ed a quello americano. Il Brunei ha infatti una quota garantita del mercato Europeo e Nordamericano nell’ambito del sistema delle quote fissato dall’Accordo Internazionale Multifibre. Tuttavia, quando l’Accordo arriverà alla sua scadenza nel 2004, il Brunei non avrà più garantita la sua quota. In un mercato aperto è poi improbabile che il Brunei riesca a competere con altri paesi come ad esempio la Cina, sebbene l’Agenzia di Sviluppo Industriale del Brunei stia lavorando con le aziende locali di abbigliamento nella ricerca del modo migliore per affrontare la sfida della abolizione delle quote. Benché vi sia un dichiarato desiderio di espandere fortemente il comparto industriale attraverso il progressivo miglioramento delle infrastrutture, tutto il settore è oggi fortemente limitato da molteplici ostacoli, quali: un mercato locale molto contenuto, l’assenza di manodopera qualificata ed infine una grossa confusione nella distribuzione delle responsabilità a livello amministrativo. Il settore delle costruzioni, che ha contribuito al PIL per il 6,6% nel 1998, è di importanza strategica nell’economia del Brunei, benché l’intero settore sia estremamente legato alle decisioni di spesa del Governo in quanto si tratta di un comparto prevalentemente pubblico. Se il periodo dell’indipendenza aveva segnato un reale boom edilizio dovuto alle rapide necessità di ricostruire gli edifici governativi, tra cui il Palazzo del Sultano, e di riorganizzare il sistema degli alloggi, negli anni successivi la mancanza di capacità organizzativa, la scarsa reperibilità dei materiali ed i ritardi nei pagamenti e nei finanziamenti da parte del Governo hanno ridimensionato il settore ed annullato gli sforzi compiuti. Solo dal 1993 il Dipartimento per lo Sviluppo Abitativo, anche a seguito di numerosi incendi avvenuti nella capitale, ha preso atto della necessità di rapidi interventi: è stato creato così un complesso edilizio di 630 ettari per l'accoglienza di oltre 14.000 persone. Nel corso degli anni seguenti infine, sono state create infrastrutture sportive, l’Archivio Nazionale ed un lussuoso centro commerciale. Come già indicato, il Settimo Piano di Sviluppo ha riservato al settore edilizio 955 milioni Br$ per un massiccio intervento a favore del sistema abitativo ed ha stilato un programma per la costruzione di nuovi edifici quali ospedali, scuole e moschee, così come un progetto per il miglioramento della rete stradale. Nel 1998 però, le difficoltà finanziarie del più importante gruppo di imprese impegnato nel settore delle costruzioni (Amedeo) ha dato un duro colpo al settore, a sostegno del quale è dovuto intervenire nuovamente il Governo con uno stanziamento aggiuntivo. Un nuovo raggio di speranza per il settore è poi arrivato a dicembre del ’99 con la sigla di un contratto di 100 milioni di dollari del Brunei per la costruzione di un centro commerciale di otto piani ed un albergo internazionale su 24 acri a Gadong, un sobborgo della capitale, da aprirsi nel 2002. Il progetto è opera di una società immobiliare locale, la Abdul Razak Holdings. Altri progetti riguardano due ulteriori centri commerciali in posti strategici di attraversamento del confine verso la regione malese del Sarawak: uno sarà localizzato a Sungai Tujuh, che conduce alla città di Miri, nel Sarawak, e l’altro a Kuala Lurah, sulla strada per Limbang. La decisione di costruire questi due centri commerciali ai confini è stata maturata nell’ambito del East ASEAN Business Council.
Notevole importanza riveste infine l’industria automobilistica, che impiega circa 3.000 lavoratori e costituisce il terzo più grande datore di lavoro del settore privato del Brunei. La vendita delle automobili è però fortemente calata, come conseguenza dei due anni di crisi economica. Gli operatori del settore automobilistico hanno inoltre a lungo protestato contro la politica del governo che, richiedendo pagamenti anticipati dei dazi sulle importazioni di autovetture non appena sbarcate in Brunei, crea ulteriori difficoltà.

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