Investimenti esteri Alcune informazioni Il Brunei ha avviato la realizzazione di un programma per lo sviluppo del settore industriale privato anche attraverso la promozione degli investimenti stranieri. Il Ministero dell’Industria e delle Risorse Primarie coordina tutte le iniziative di sviluppo industriale ed agisce come One-Stop-Agency o Sportello Unico. Particolari settori sono privilegiati: industria alimentare; industria per il mercato interno; industria che utilizza le risorse locali; industrie per l’esportazione. In generale si tratta di creare nuovi posti di lavoro nei settori privati non legati all’attività petrolifera, come tutti i settori dell’industria leggera con preferenza per quello della produzione di vetro ottenibile con materiale locale (la sabbia di silicio è facilmente reperibile in Brunei). Lo stesso Ministero ha avviato un programma di snellimento degli ostacoli burocratici affidando ad una speciale agenzia il compito di selezionare e guidare i potenziali investitori. Tra gli incentivi più significativi si segnalano: 1. riduzione dell’aliquota fiscale sui redditi delle imprese straniere; 2. assenza di tasse sul salario personale, sulle vendite, sui salari, sulla produzione e sull’export; 3. durata di otto anni dell’esenzione fiscale per gli investimenti approvati. Per tutte le attività bisogna comunque presentare una dichiarazione al Ministero dell’Industria e delle Risorse Primarie. Va segnalato tuttavia che la mancanza di informazioni, le statistiche non aggiornate, i visti dettagliati, la difficoltà nelle procedure di investimento e la scarsa coordinazione tra i Dipartimenti governativi, hanno sempre ostacolato gli investimenti esteri. Tali disagi sono stati ultimamente denunciati dai membri più autorevoli della Camera Nazionale di Commercio del Brunei, che hanno anche affermato la necessità che il Governo sia più aperto e trasparente circa le finanze e le procedure. E' da notare che commenti di questo genere da parte della Camera di Commercio, se espressi pochi anni fa, sarebbero stati valutati come rasenti la lesa Maestà. Oggi invece tali istanze evidenziano l'esistenza di un diffuso, anche se spesso inespresso, disappunto per gli esempi di cattiva gestione nel Governo del Paese. Un vasta frustrazione nelle diverse categorie è anche tangibile a causa del fatto che una sola Compagnia, la Amedeo, peraltro controllata da un membro della famiglia reale, ha avuto fino al suo crollo avvenuto durante il 1998, un estremamente ampio coinvolgimento nell'economia nazionale, ottenendo un trattamento preferenziale nell'aggiudicazione dei contratti. Tuttavia, la Camera di Commercio ha aggiunto che la recente nomina di membri del settore privato all'interno del Consiglio Economico Ministeriale può considerarsi un primo passo in avanti verso una giusta direzione. In un’ottica di cambiamento, si inseriscono anche le raccomandazioni espresse dal Consiglio Economico al governo nel rapporto del 2000. Si insiste infatti per un rafforzamento del settore privato proprio attraverso l’incoraggiamento degli investimenti esteri e locali. Tale obiettivo potrà realizzarsi attraverso la semplificazione delle procedure burocratiche, l’aumento della trasparenza nell’economia, l’allentamento delle restrizioni sulla proprietà e lo sviluppo delle infrastrutture di base. Si richiama inoltre l’attenzione del governo verso la necessità di uno sforzo concentrato sullo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese, attraverso programmi di assistenza alle imprese e l’aumento dei fondi per la formazione delle risorse umane. Si insiste infine per il miglioramento dell’accesso alle informazioni del governo, per la modernizzazione del sistema legale e per l’istituzione di un difensore civico indipendente che svolga la funzione di mediatore tra le imprese private ed il governo. go back